01/04/22 – FONDI PER IL PORTO DI DIAMANTE, INTERVIENE IL COMITATO DIFESA AMBIENTE: “AL COMUNE DI DIAMANTE SONO INCARICATI E SILENZIOSI”
Sono pronti circa 6 milioni di euro per la messa in sicurezza del porto di Diamante, un’importante opportunità che non può essere persa, ma per il Comitato Difesa Ambiente cittadino è poco chiaro il modo in cui queste risorse saranno sfruttate.
Il COMUNICATO
“Arrivano 6 milioni di euro per le rovine del porto e tutti stanno zitti. Il motivo è che se non si liquida Santoro su quell’area non si potrà fare niente. A voglia di viaggi a Catanzaro! Quando il Sindaco era Gaetano Sollazzo le opposizioni lo schernivano accusandolo di fare i viaggi della speranza a Catanzaro per risolvere la questione del porto e tutti ad applaudire.
Il governatore Oliverio non li riceveva, ma gli uffici con il responsabile Ing. Zinno, inquisito in tantissime inchieste, si, solo per dire che era tutto a posto e che Santoro lo avrebbe fatto quanto prima.
Qualche fiero oppositore a Sollazzo ora parte integrante di questa amministrazione, allora, sbatteva i pugni sul tavolo dicendo che “è qui che devono venire da Catanzaro e non dobbiamo andare noi da loro” e giù applausi dai suoi sostenitori. Poi a luglio del 2019, diventato Sindaco il senatore Magorno, nel mese successivo, si mise la fascia tricolore e contorniato da qualche ingenuo Sindaco della zona, invase l’area del porto dicendo che da allora in poi le cose sarebbero cambiate, “il porto ora è dei cittadini” disse, e giù applausi dai suoi sostenitori.
L’ultima che sappiamo è una lettera che il consigliere Cauteruccio ha scritto alla Regione! Figuriamoci la fibrillazione appena questa lettera verrà recapitata al Governatore Occhiuto: scapperanno dalla Regione o correranno subito a Diamante a chiedere scusa! Da Catanzaro, non si muove nessuno e ben lo sa il Sindaco e quindi ecco ricominciati i viaggi della speranza.
L’ultimo viaggio, qualche settimana fa, con una folta delegazione composta dall’arch. Savarese, il Vicesindaco Pascale, il tecnico del comune e naturalmente il Sindaco Magorno, Cauteruccio ha scritto la letterina di Natale e non si è presentato. A loro in una stanzetta della Regione l’ingegnere responsabile del procedimento e naturalmente l’ex concessionario dell’area, Graziano Santoro.
In effetti la linea da seguire non era unitaria sia nella delegazione sia nella maggioranza al Comune. Una parte vorrebbe riportare il vecchio concessionario Santoro, proprietario del progetto, di nuovo a costruire il porto, un’altra parte lo vorrebbe fuori con un progetto nuovo. Ma l’ex concessionario Graziano Santoro, non ne vuole più sapere di Diamante, ha già richiesto tramite i suoi avvocati alla Regione un cospicuo risarcimento, così come ha fatto il Comune, e vorrebbe uscirsene. Quindi tirarlo in ballo al momento non ha alcun senso oltre che giuridicamente impossibile.
La Regione invece punta ad altro, vorrebbe intanto una messa in sicurezza dell’area con un eventuale affidamento successivo alla gestione dello specchio d’acqua e come contropartita il ritiro della richiesta di risarcimento di milioni di euro. Insomma il classico cane che si morde la coda.
Ma tutti fanno finta di dimenticare una delibera che pesa come un macigno sul porto ed è quella ottenuta grazie ad un ricorso fatto dal nostro “Movimento popolare per un porto pubblico” all’Anac (Autorità Nazionale anticorruzione) a gennaio del 2019. Il ricorso porta la firma di centinaia di cittadini e venne preparato dall’avv. Raffaele Cammarella
L’Anac rispose con una delibera, la n.387 del 22 aprile 2020, dove confermava tutto ciò che era stato richiesto dal Movimento e che cioè tutte le procedure messe in atto per il costruendo porto di Diamante, dall’appalto alla progettazione erano illegittime e che quindi tutta l’area doveva essere restituita al Comune di Diamante. Ma non c’è solo questo nella delibera. I giudici approfondirono tutta la vicenda del porto e stabilirono che vi erano anche delle dirette responsabilità da parte del concessionario a non portare a termine l’affidamento dell’area ottenuta. Al punto C della delibera a pag. 7 si evidenziano i ritardi nel procedimento di approvazione della variante e in generale nell’esecuzione della concessione.
Più avanti la delibera evidenzia anche “l’alterazione dell’equilibrio economico-finanziario ricordando anche che non è consentito, di regola, modificare i termini economici del rapporto nel corso del suo svolgimento in quanto, così facendo, verrebbe del tutto vanificato lo scopo del meccanismo concorrenziale di scelta del contraente ( cfr, al riguardo, Consiglio di Stato, Sez.V, sentenza n.113 / 2011, e Autorità, deliberazione n.2/2010 “.
Infine si chiedeva alla Regione Calabria di predisporre tutti gli atti necessari per quanto stabilito dando il termine di 90 giorni decorrenti dal 15 maggio 2020. Cosa non avvenuta a tutt’oggi. Non tenere quindi conto di questa sentenza vuol dire, partire con il piede sbagliato con la precisa volontà di non portare a termine la realizzazione del porto.
Ma sicuramente sul porto di Diamante c’è qualche angelo custode. Dal Tribunale di Paola, il porto di Diamante non si vede e di conseguenza, mai nessuno in Procura, ha pensato di indagare su quanto avvenuto, anche alla luce di quanto scritto dalla stessa Anac.
Se ci sono state illegittimità negli appalti, nelle concessioni, nella gestione dei lavori e nei ritardi accertati, su quanto è stato fatto in quell’area per più di venti anni, qualche responsabilità dovrebbe pure esserci. E basterebbe farsi un giro in quella zona così come fece l’ASL di Scalea, con verbale del 3 aprile 2018, che a seguito di un sopralluogo, immediatamente dichiarò quell’area una discarica a cielo aperto chiedendone la pulizia e la rimozione di materiale considerato tossico. Oltre che la verifica di certi pali di sostegno abbastanza precari, messi dal Comune a mantenimento della pavimentazione del soprastante lungomare.
Noi cosa vogliamo? Vogliamo che la delibera Anac venga rispettata.
Fuori Santoro e nuovo progetto fino alla ex pista e porto pubblico.”
Comitato Difesa Ambiente Diamante e Cirella