27/09/22 – A LAMEZIA TERME L’ INIZIATIVA FAI CISL “LA STAFFETTA DELLA LEGALITÀ”, L’ULIVO DI BORSELLINO ATTRAVERSA LA CALABRIA IN OCCASIONE DEL 30° ANNIVERSARIO DELLA STRAGE DI CAPACI E VIA D’AMELIO
La Fai Cisl nazionale, in occasione del 30° anniversario dalle stragi di Capaci e Via D’Amelio, ha promosso l’iniziativa “la staffetta della legalità”, in omaggio ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e a tutte le vittime di mafia. La piantina di ulivo, proveniente dall’albero piantato a Palermo un anno dopo l’attentato, dal capoluogo siciliano, dove ieri è iniziata la “staffetta” inaugurata dal Segretario Generale Fai Cisl Onofrio Rota, attraverserà diverse regioni italiane: il 28 farà tappa a Roma per essere benedetta da Papa Francesco, il 29 giungerà Milano dove si terrà una cerimonia con il Segretario Generale della Cisl Luigi Sbarra, per poi essere piantata il 30 settembre a Lecco. A trasportare la piantina saranno i camper della campagna “Tutele in Movimento”.
L’ulivo ieri ha oltrepassato lo Stretto ed è stato preso in consegna dalla Fai Cisl Calabria che lo ha portato in Basilicata.
«È una bella emozione essere protagonisti in questa storica staffetta per la legalità trasportando questa piantina dal grande valore simbolico con il nostro furgone – ha dichiarato il Segretario Generale Fai Cisl Calabria Michele Sapia. Un’iniziativa che ha tanti e diversi significati e che si traduce inevitabilmente nella nostra regione in quell’impegno da mettere in campo per sostenere il lavoro di qualità, la formazione, la contrattazione e la buona occupazione.
La legalità è centrale in Calabria per favorire nuove prospettive di sviluppo socioculturale, coltivando un cambiamento partecipato attraverso la capacità di fare rete e premiando il merito. Noi della Fai siamo impegnati ogni giorno a radicare il tema della legalità, proprio come la tecnica di moltiplicazione agamica delle piante detta “margotta” utilizzata per questo ulivo, ma c’è tanto bisogno di stare insieme e camminare con la parte sana della società per superare limiti culturali e sociali».