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Antonino Perrotta si racconta: “Grazie al mio paese ho imparato a comunicare il bello” 0

03/05/21- Lo Stret-Artist Antonino Perrotta, si racconta: “Forse se ho intrapreso il percorso artistico è proprio grazie all’arte e al bello che mi hanno sempre circondato nel mio paese”


Antonino Perrotta, in arte #Attorrep, si racconta ed ammette che il suo paese di origine, Diamante, la città dei murales, disseminato di opere d’arte, è stato la fonte d’ispirazione per il suo percorso artistico, alla comunicazione del bello.

“Questa immagine (foto sotto) mi riporta indietro di 20 anni, alla spensieratezza di quando ero bambino. Io ho avuto la fortuna di crescere in un ambiente, quello di Diamante, disseminato di opere d’arte. Diamante per chi legge e non la conoscesse, è denominata ‘‘il paese dei nasi all’insù” proprio per questa caratteristica legata all’arte muraria.

L’arte oltre ad avere un enorme potenza comunicativa ed espressiva, sensibilizza inconsciamente anche al bello, alla cura dello spazio circostante. Forse se ho intrapreso il percorso artistico è proprio grazie all’arte e al bello che mi hanno sempre circondato nel mio paese.

Credo che l’artista abbia una grande responsabilità nella società, offrendo un contributo indispensabile di fronte a sofferenze, guerre e momenti storici specifici. Gli artisti per loro natura creano, portando a maturazione un sentimento personale e al tempo stesso collettivo.

La società odierna ha bisogno di un ritorno urgente alla vita normale, al vivere socializzando anche se purtoppo lo svolgersi degli avvenimenti mondiali ci indicano il contrario nel rispetto delle normative Anti-Covid.

In questa immagine (foto sotto) dei bambini giocano spensierati nel borgo si Santa Maria del Cedro,
nonostante il brutto momento storico che stiamo vivendo. Si soffermano a guardare la mia ultima opera completata, mentre io scatto una foto.

Chissà se un giorno anche qualcuno di loro, come me, avrà la possibilità di scegliere un percorso di vita legato all’arte, alla comunicazione del bello, dedicandosi alla società civile, e ripensando all’infanzia e agli inconsci condizionamenti della vita.
Lo spero.”

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