28/05/20 Nove Associazioni hanno firmato una lettera inviata alle istituzioni, per sollecitare interventi più efficaci contro la pesca illegale e di frodo nelle aree SIC-ZSC, Fondali Isola di Cirella, Fondali Isola di Dino – Capo Scalea e Capo Tirone.
Il recente intervento della Guardia Costiera di Maratea del 12 maggio a seguito del quale sono stati sequestrati in mare 2700 metri di reti non consentite, conferma che alcune attività riferite alla pesca illegale sono molto diffuse sul territorio e recano grave danno all’ecosistema marino, oltre che alla sicurezza della navigazione.
Tali pratiche illegali diventano ancora più negative e distruttive se queste vengono praticate all’interno di Siti di Interesse Comunitario designati Zone Speciali di Conservazione causando gravi e irreparabili danni all’ecosistema marino, nonché una conseguente diminuzione della biodiversità ed alterazione degli equilibri ecologici. Per contrastare questo fenomeno, le associazioni ambientaliste dell’Alto Tirreno Cosentino hanno dato vita ad una missiva inviata a tutte le istituzioni, tra le quali l’Assessore regionale all’ambiente, la Capitaneria di porto di Vibo Valentina e le Guardie Costiere di Maratea e Cetraro nonche’ al Corpo delle Capitanerie di Porto di Roma, ed al Ministero dell’Ambiente affinche’ si possa contrastare questo stato di cose.
La fascia di mare del Medio e Alto Tirreno Cosentino si caratterizza per la presenza di tre aree SIC-ZSC: Fondali Capo Tirone che delimita il tratto di un fondale marino sito nello specchio antistante il territorio del Comune di Belvedere Marittimo a poca distanza dalla costa ed ha una superficie di 80 ettari circa, Fondali Isola di Dino – Capo Scalea. L’area è antistante il territorio dei comuni di Praia a Mare e San Nicola Arcella ed ha una superficie all’incirca di 440 ettari e Fondali isola di Cirella, area è situata a poca distanza dalla costa antistante il Comune di Diamante – Cirella ed ha una superficie di circa 312.
“Tra gli obiettivi di conservazione per la gestione dei tre siti vi è quello di mantenere in uno stato soddisfacente la biodiversità marina, ripristinando gli equilibri ecologici e riducendo i fattori di pressione che insistono sull’area.
Tra i fattori di pressione più importanti, vi è senza alcun dubbio la pesca illegale -scrivono le associazioni– che sta mettendo in serio rischio la fauna presente nei fondali, una volta ricchissimi. Per queste ragioni SIC-ZSC è stata vietata dalle Misure di Conservazione approvate dalla Regione Calabria, la pesca a strascico, con draghe e ciancioli, sciabiche da spiaggia e reti analoghe, è vietata la cattura l’uccisione il danneggiamento il disturbo delle specie animali e la raccolta delle specie vegetali, non è ammessa la pesca sportiva.
I fondali poi, soprattutto nei pressi delle due Isole e delle scogliere si prestano particolarmente alla collocazione di nasse e alla pesca subacquea di frodo in notturna che ci risulta venga molto praticata e fa razzia a man bassa di tutto, come delle preziose “Cicale di Mare” un crostaceo molto raro e protetto che è presente nelle scogliere e nelle grotte. La pesca illegale costituisce una delle più gravi minacce allo sfruttamento sostenibile delle risorse acquatiche. E’ necessario arrestare la perdita di biodiversità che arreca maggior pregiudizio all’ambiente marino ed agli operatori della pesca che agiscono nel rispetto delle norme di conservazione.”
L’attività di contrasto alla pesca di specie ittiche vietate, ai sensi dell’articolo 7 del Decreto Legislativo 9 gennaio 2012 n. 4 (c.d. legge sulla pesca) rientra nelle più ampie competenze del Corpo delle Capitanerie di porto in materia di tutela della risorsa ittica, tra cui obiettivi è senza alcun dubbio la tutela dell’ecosistema, della fauna marina e della biodiversità. Tutela che va garantita, a nostro avviso con maggiore attenzione e riguardo, appunto, nelle aree sic designate zone speciali di conservazione. La tutela deve essere garantita anche da terra, là dove le linee di confine di tali aree protette arrivano fin sulla costa come nel SIC Fondali Isola Dino – Capo Scalea per quanto attiene alla pesca sportiva nelle sue varie forme.
“Ci rivolgiamo pertanto alle SS.LL -concludono i firmatari della lettera– perché pur nella insufficienza di uomini e mezzi di cui le singole unità operative sono dotate per l’attività in mare, e con questa nota ne sollecitiamo il rafforzamento, venga riservata una particolare attenzione alla pesca illegale e vietata nelle tre Zone Speciali di Conservazione descritte in premessa e che la pesca sportiva vietata venga segnalata nei tratti di spiaggia dove questa non è consentita. A tale riguardo ci rivolgiamo anche ai Sndaci dei Comuni dove insistono le aree SIC-ZSC perché non solo recepiscano le misure di conservazione con apposite ordinanze, data la evidente necessità ed urgenza, ma le facciano conoscere con apposita cartellonistica da collocare nei punti strategici nelle vicinanze del mare.
Infine ci rivolgiamo all’Assessore Regionale all’Ambiente perché trovi il modo di intervenire nella questione per migliorare in modo significativo la base decisionale per la gestione e la tutela dei siti Natura 2000 in Calabria e per garantire la piena attuazione degli obiettivi e delle Misure di Conservazione.”
Le Associazioni firmatarie;
Italia Nostra – Sezione Alto Tirreno Cosentino
Legambiente – Circolo Riviera dei Cedri,
WWF – Sede Tirreno Cosentino
Movimento Ambientalista del Tirreno
Comitato Difesa Ambiente Diamante Cirella
Circolo Culturale Citta di Fella –Cittadella del Capo
Baticos-Bio – Distretto Alto Tirreno Cosentino
Verdi Ambiente e Società
Associazione culturale ed agricola “Artemis” Grisolia