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Franco Maiolino: “A Diamante, se ne va il Cinema, ma ritorna il Teatro” 0

06/05/23 IL DOTT. FRANCO MAIOLINO EX ASSESSORE CULTURA E TURISMO DEL COMUNE DI DIAMANTE FA ALCUNE RIFLESSIONI SULLE ASSOCIAZIONI CULTURALI E COMPAGNIE TEATRALI DEL PAESE


RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

“A Diamante, se ne va il Cinema, ma ritorna il Teatro. Due rappresentazioni teatrali che riempiono il Cinema Vittoria in una settimana, non possono passare inosservate, soprattutto perché non si tratta di due spettacoli in programma nel Cartellone 2023, conclusosi recentemente con Biagio Izzo, ma si tratta di due spettacoli di gruppi amatoriali locali che già conosciamo: il Gruppo Dafne di Cirella e la Compagnia degli In-stabili di Diamante.

Dei primi, abbiamo visto alcuni giorni fa, “La Gatta Morta”, una farsa dialettale originale, scritta e diretta da Sonia Benedetto e Doriana Benvenuto che è di fatto una replica di uno spettacolo di qualche anno fa, del quale scrissi alcune considerazioni sulle pagine dell’ Olmo,divenuto poi Il Diamante, quando l’esistenza di questi giornali consentivano un minimo di dibattito culturale, considerazioni al cui archivio rimando per chi volesse leggerle.

La compagnia degli In-stabili, invece, dopo una serie di iniziative itineranti dal Calvario a Piazza Savonarola, ha finalmente potuto calcare le scene di un palcoscenico vero presentando “La Pentola a Pressione” commedia scritta, diretta e interpretata da Mimma Magurno che degli In-stabilii rappresenta il motore propulsivo che si alimenta della sua esperienza di ars recitandi e della sua grande passione per il teatro. La Commedia si ispira alla Aulularia di Plauto, sul cui canovaccio Mimma impianta una storia che consente di affrontare, anche se sotto forma di titoli o semplici citazioni alcune tematiche di grande attualità che nell’insieme danno uno spaccato proprio della In-stabilità della nostra società.

E se in Plauto la commedia era incentrata, così come nell’Avaro di Moliere, sull’ avarizia e sugli equivoci che sorgono intorno all’abbarbicamento ossessivo alla pecunia celata nella Pentolaccia, nella moderna Pentola a Pressione, il tesoretto accumulato da Costanza/Mimma costituisce solo il presupposto intorno a cui una moderna famiglia borghese, allargata a servitori, cugini, amici ed EX, litiga, spettegola, briga, finge, ma alla fine si svela in tutte le sue debolezze e preoccupazioni.

E se non fosse solo l’avarizia a dettare la necessità di nascondere i soldi in una pentola, sotto i mattoni o nel giardino ma fosse anche la preoccupazione di un futuro precario? Le notizie che scorrono in TV nella finzione teatrale così come nella realtà trasmettono preoccupazioni ed incertezze e sia che si parli di guerra, d’inflazione, d’immigrazione o di disoccupazione, reddito di cittadinanza ed emigrazione all’estero; Costanza ne rimane turbata. Il finale, che nella Commedia di Plauto non c’è, dimostra che tutto sommato quei soldi nascosti e contesi (anche il pingue frate richiede la sua parte) saranno destinati a fini più nobili, siano le nozze dei ragazzi sia il futuro della figlia di Costanza prossima a tornare a tornare a casa disoccupata.

Dunque accade come in 47 Morto che Parla, film anche esso ispirato a Plauto, dove i soldi dell’avaro barone Peletti interpretato da Totò, si nobilitano consentendo, per caso o per nemesi divina, la costruzione di una scuola pubblica. Mimma per la sua esperienza fa la differenza nella vis recitativa e nella presenza scenica ma anche i personaggi che ha costruito ai suoi attori sono abbastanza ben azzeccati. Enzo Ritondale che ha acquisito mestiere, è più credibile da pacato pensionato che quanto si trova in preda all’ira e l’aplomb di Franco Bruno rende bene il personaggio del maggiordomo. Brava Adelina Magurno nel suo ruolo di moderna Influencer e Maria Maniscalco in quello di truffatrice – truffata. Credibili gli altri interpreti maschili nonostante i loro ruoli più marginali.

Buona la dizione che molte volte è la tomba dei non professionisti. Non ci sono vuoti di scena e quando ci sono vengono colmati dalle presenze vocali, c’è qualche involontaria schienata al pubblico che può essere perdonata. Personalmente avrei fatto scelte diverse per i brani musicali ma questo è naturalmente irrilevante. Un plauso particolare va fatto al messaggio con cui Mimma ha salutato la sala gremita, soffermandosi sulla necessità di tutelare il teatro, l’arte con la quale, più del cinema, si rappresenta la realtà ma soprattutto ci si confronta con gli spettatori.

Ci ha raccontato l’entusiasmo e le difficoltà con cui una compagnia amatoriale affronta preparazione e allestimenti e quando Mimma ci ha detto che le prove sono state possibili perché si sono fatte a casa sua, ho pensato alla necessità che qualcuno si preoccupi di trovare uno spazio per Gli In- stabili, e per l’Associazione Dafne e per ArteInsieme e per tutte le altre associazioni culturali di Diamante. Che non succeda come con la Grande Bellezza e il Cinecircolo Maurizio Grande dove spazi e sostegno sono stati trovati in altri comuni mentre, ad esempio il Dac – Ponte delle Arti e delle Culture – non più sala esposizione, non più sala consiliare, rimane chiuso, ahimè con le sue play station.

Franco Maiolino

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