20/12/2020 Chiusura delle Terme Luigiane. Protesta dei lavoratori Sateca, manifestazione organizzata dall’Associazione “Comitato dei Lavoratori Terme Luigiane”
Su iniziativa dell’Associazione “Comitato dei Lavoratori Terme Luigiane” si è svolta ieri mattina, nella piazzetta delle Terme Luigiane, una manifestazione, organizzata in piena sicurezza da parte di un ampio gruppo di lavoratori della stessa azienda termale, allarmati da quanto le due amministrazioni comunali di Acquappesa e Guardia Piemontese hanno compiuto. Ci si riferisce alla richiesta fatta alla Sateca di restituzione, entro il prossimo 31 dicembre, di alcuni beni di proprietà comunale, come l’edificio commerciale “Il Triangolo”, l’edificio utilizzato per le attività amministrative e di accettazione dei curanti, lo stabilimento San Francesco.
Una manifestazione di protesta promossa per rigettare il regolamento di utilizzo delle acque termali approvato dai Consigli comunali dei due comuni che ha portato la Sateca a comunicare ufficialmente la chiusura delle Terme, con gravissimi risvolti occupazionali.
La manifestazione ha visto la presenza di un consistente numero di lavoratori, del rappresentante sindacale della CISL, Gerardo Calabria, di alcuni imprenditori locali, di alcuni Consiglieri del Comune di Acquappesa, nonché dell’Assessore del Comune di Cetraro, Tommaso Cesareo. Quest’ultimo ha espresso, insieme al Sindaco di Cetraro, Ermanno Cennamo, piena solidarietà ai lavoratori della Sateca Spa e alle loro famiglie.
Durante l’incontro sono state illustrate nel dettaglio tutte le problematiche tecniche legate alla richiesta di riconsegna dei beni di proprietà dei Comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese, ricadenti nel compendio termale e in uso alla Sateca, che ha costretto l’azienda alla comunicazione della chiusura definitiva delle attività presso le Terme Luigiane.
I lavoratori hanno manifestato sentimenti di rabbia e impotenza di fronte alle pretese avanzate dalle Amministrazioni comunali e difformi rispetto a quanto sancito negli accordi firmati in Prefettura alla presenza di tutte le parti a febbraio 2019; nonché al silenzio assordante della Regione Calabria, proprietaria delle acque termali che, alle pressoché quotidiane richieste di incontro e di confronto, da parte dei lavoratori, non dà alcun cenno di riscontro.
Sembra assurdo, sostengono i lavoratori, poiché la Regione Calabria dovrebbe essere il garante non solo della salvaguardia degli accordi stipulati, ma anche e soprattutto del numero dei posti di lavoro, delle prestazioni sanitarie e di una delle poche aziende sane che operano sul territorio.
“Possibile che i vertici della Regione – si sono chiesti in tanti – non si rendano conto del rischio che un’attività del genere possa finire, come sembra inizi a trapelare, nelle mani di una delle losche realtà imprenditoriali che dominano in Calabria?”.
Anche il sindacato, rappresentato dal segretario provinciale, Gerardo Calabria, ha sottolineato che, a seguito delle numerose richieste prive di riscontro, si può solo constatare la totale mancanza di volontà anche da parte di entrambe le Amministrazioni comunali a sostenere un incontro alla presenza dei lavoratori. Altro elemento molto importante evidenziato dal sindacalista Calabria è relativo al bando per l’uso delle acque che i comuni dichiarano essere pronto, ma rispetto al quale i sindacati e i lavoratori non sono stati mai convocati o coinvolti in alcun modo per quanto concerne la parte relativa alle garanzie sui posti di lavoro o al tanto pubblicizzato aumento del numero degli stessi.
Persistendo questo totale immobilismo e silenzio da parte delle istituzioni, i lavoratori si sono dichiarati pronti a manifestare e a fare sentire la pressione delle loro richieste di interlocuzione in tutti i modi possibili nel pieno rispetto della legge, ma soprattutto nel pieno rispetto della propria dignità e del proprio diritto costituzionalmente garantito al lavoro.