15/05/20 L’Italia del Meridione chiede che con la massima urgenza si metta la parola fine ad una situazione di stand-by, ritardi, chiacchiere e promesse e prenda realmente avvio una nuova fase, con una disponibilità di fondi certa, con regole più leggere possibili e che non siano oltremodo penalizzanti per gli operatori già in ginocchio da problemi ormai decennali.
“Ci riferiamo alle tanto osannate concessioni di finanziamenti alle imprese che lo Stato per mancanza di liquidità ha voluto far passare attraverso le maglie strette del sistema bancario. Tali misure, con la sola eccezione per i piccoli prestiti fino a 25.000 euro, ancora oggi sono state elargite in misura minima, non hanno avuto un grande successo tra gli imprenditori proprio perché sono somme a prestito che non aiutano ad uscire dalla crisi in atto in seguito all’emergenza coronavirus e aggravano ancora di più i problemi strutturali delle aziende non innescando processi di crescita e probabilmente una buona parte di queste andrà a coprire debiti pregressi anche verso le Banche stesse e l’erario.
Per quanto riguarda le inadempienze delle banche nell’elargire con facilità i finanziamenti (tanto c’è la garanzia dello Stato!) bisogna però essere chiari fino in fondo e dire che la colpa è anche del Governo che nell’emanare il Decreto si è dimenticato (?) di abrogare alcune norme di legge, con il rischio per le stesse che in caso di fallimento dell’impresa vengano chiamate a rispondere di concorso in bancarotta fraudolenta o bancarotta preferenziale.
Un altro passaggio dolente è quello sulle poche risorse messe a disposizione per imprese e professionisti iscritti alle casse private e alla gestione separata dell’INPS, queste sì a fondo perduto, però del tutto insufficienti a mantenere in vita le attività con il rischio di alimentare ancora di più i lavoratori in nero (a tal proposito occorre segnalare che molti professionisti pensano o hanno già provveduto alla cancellazione dai propri albi).
In questo quadro sconfortante, un piccolo spiraglio positivo per il settore dell’Edilizia ci viene dal previsto Credito d’Imposta del 110% per l’Efficientamento energetico dei fabbricati in quanto, da una prima lettura della Bozza, è possibile cedere il Credito di Imposta ai fornitori (che a loro volta potranno cedere il credito alle banche finanziatrici) o direttamente alle Banche consentendo così di realizzare i lavori senza sacrifici economici.
Discorso a parte bisogna rivolgere all’annunciato provvedimento regionale “Riapri Calabria” che mette sul tavolo 120 mln di euro da destinare alle imprese, secondo un doppio binario:
a) 40 mln da concedere alle Microimprese con un bonus a fondo perduto di 2.000 euro, a circa 20.000 imprese. Per questa misura il bando è in preinformazione e si aspetta il Decreto di Apertura.
b) 80 mln che verranno concessi alle imprese nella misura di 250/350 euro, in relazione alla forza lavoro dichiarata alla data del 31.12.2019 per un periodo di 5/6 mesi. Tra l’altro queste sono solo ipotesi in quanto il bando è ancora in preinformazione.
Pur ritenendo buono ed utile qualsiasi provvedimento che immette risorse sul mercato, riteniamo che il provvedimento pone una serie di paletti tali da limitare il numero di soggetti che potranno godere del beneficio, con il rischio che il contributo venga erogato ad un numero inferiore delle 20.000 imprese previste, lasciando pertanto inutilizzate risorse preziose:
a) Limite di Fatturato: il Contributo potrà essere concesso alle aziende con un Fatturato tra 5.000 e 150.000 euro. Questo contribuirà a ridurre le richieste.
b) Le domande, presentate su piattaforma informatica della Regione, verranno esaminate in base all’ordine di arrivo, il famoso “Click day”. Una guerra tra poveri che premierà i più “fortunati” nell’invio.
c) Certificazione di un professionista iscritto agli Albi (commercialisti ed esperti contabili, consulenti del lavoro) il quale attesta che l’aiuto richiesto non eccede il fabbisogno di liquidità determinatosi per effetto dell’emergenza COVID19”.
Italia del Meridione ha già richiesto nelle sedi opportune l’eliminazione di tale documento per i seguenti motivi: difficoltà a stabilire il capitale circolante dell’azienda in assenza di Bilanci approvati e Depositati e/o Dichiarazioni dei redditi presentate. Problematicità a dichiarare che l’aiuto richiesto non eccede il fabbisogno di liquidità determinatosi per effetto dell’emergenza COVID19 “nel periodo di sospensione delle attività” (marzo/aprile 2020), in quanto la maggior parte delle aziende, stante gli obblighi d chiusura, non ha aggiornato la contabilità.
Inoltre, molte delle Microimprese richiedenti sono in regime di contabilità semplificata o in regime forfettario e, quindi, non hanno l’obblio della Contabilità-Registrazione delle fatture.
Si tenga ancor presente che il Consulente che rilascia la dichiarazione potrebbe essere chiamato in correo in caso di dichiarazione mendace in quanto la stessa verrà rilasciata ai sensi del DPR 445/2000. Tutto ciò allunga notevolmente i tempi di rilascio della dichiarazione prevista e, pertanto, potrebbe essere causa di impossibilità a presentare la domanda anche per scadenza dei termini che verranno previsti nel bando.
d) Obbligo della regolarità fiscale e contributiva: ulteriore paletto per le tante aziende in crisi che non sono riuscite a mettersi in regola ed hanno dovuto scegliere tra pagare le tasse o pagare dipendenti e fornitori, per potere andare avanti e sperare in periodi migliori;
e) Il Richiedente verrà gravato di un onere significativo in quanto il commercialista-consulente richiederà un compenso sia per il lavoro svolto sia per le responsabilità (anche penali) che si assume, causando una riduzione del contributo da incassare.
IDM, pertanto, chiede con forza che il contributo debba essere concesso a tutte le aziende/professionisti calabresi, nessuno deve essere abbandonato, l’unica esclusione praticabile è solo quella per motivi di mafia.
Come partito continueremo a sollecitare la Regione, offrendoci anche come interlocutori e parte attiva, sull’attuazione di misure urgenti per il rilancio di settori strategici per l’economia calabrese attraverso una pianificazione a lungo termine e che tenga conto del cambio di passo e di un’accelerazione necessaria non soltanto per uscire dalla crisi in atto ma per offrire soluzioni a questioni ed emergenze ataviche della Calabria. Riteniamo che la pandemia potrebbe essere trasformata in occasione se Governo, Regione, imprese e tutti i principali attori, istituissero un tavolo di lavoro per programmare di concerto le adeguate politiche di sviluppo e crescita che si attendono da sempre.”
•Fausto Intieri – Dirigente Regionale Dipartimento Sviluppo Economico
•Luigi Tenuta – Direzione Provinciale
Fonte Ufficio stampa Segreteria regionale L’Italia del Meridione