DIAMANTE (CS) 09/01/19 Il Movimento popolare ha inviato al Procuratore presso la Direzione Distrettuale antimafia, Alla Procura generale della Corte dei Conti, Al Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Cosenza, Alla Procura della Repubblica di Paola, Alla Procura di Catanzaro, All’Autorità Nazionale Anti Corruzione, All’Ordine degli Ingegneri della provincia di Cosenza, al Consiglio Nazionale Ingegneri, un esposto firmato da centinaia di cittadini e attivisti del movimento, per porre “all’attenzione degli uffici riceventi, accadimenti inerenti una vicenda estremamente importante che da anni affligge il territorio del Comune di Diamante, affinché gli organi competenti possano eseguire gli opportuni accertamenti, effettuare le dovute azioni a salvaguardia dei cittadini, e valutare la sussistenza di eventuali profili penalmente rilevanti in relazione ai fatti dedotti.
Il Movimento ha chiesto al Procuratore di Paola un incontro urgente per comunicazioni a voce sulla situazione esistente oggi nell’area portuale ed i rischi che la popolazione corre, per il persistere nell’area di materiale considerato nocivo dall’ispezione dell’Asl avvenuta l’anno scorso. Il Movimento fa presente che il nuovo esposto segue un altro esposto fatto nel febbraio del 2018, senza alcun esito, se non l’intervento contro le barche dei pescatori e diportisti ferme all’interno della landa desolata del porto.
Nell’esposto, preparato dall’avvocato del movimento Raffaele Cammarella, si espongono tutti i fatti avvenuti negli anni precedenti. Nello specifico si evidenziache: “in data 10/02/2016 venivano sottoscritti innanzi al notaio Francesca ZUPI in Cosenza tra la Regione Calabria e la ICAD Costruzioni Generali srl quale capogruppo mandataria dellla ATI ICAD Diamante BLU srl, i contratti n. repertorio 28887 e 28888 (all.2 ed all.3) con i quali veniva illegittimamente esteso il Contratto di Affidamentoin Concessionedel 30/11/20119 (all.1) con il quale la Regione Calabria assegnava alla ATI ICAD srl Diamante Blu srl, i lavori per il completamento e la ristrutturazione del molo ricovero natanti del Comune di Diamante. Che tale ampliamento dell’appalto veniva effettuato in violazione degli artt.114 e 132 del d.lgs 163/2006 allora vigente, in quanto venivano affidati in modo diretto e senza una ulteriore procedura ad evidenza pubblica, lavori il cui importo più che raddoppiava l’importo dell’appalto originario a carico della Pubblico dell’appalto originario pari a 2.065.827 come già variato rispetto all’originaria somma di 1.977.074,03, nonché espandeva e modificava i diritti concessori dell’aggiudicante in maniera tale da richiedere una nuova procedura di appalto ai sensi dell’articolo 72; Che infatti nel 2016 veniva effettuata la seguente complessa e dubbia operazione: 1) innanzitutto, la stazione appaltante “Regione Calabria”, ha affidato alla ditta appaltatrice in maniera diretta un nuovo lavoro per € 1.500.000 già individuata con decreto del dirigente generale dei LL.PP. n.11922 . 2) Il Comune di Diamante di contro titolare dei diritti sulle aree oggetto di variante rinunciava ad ogni potestà su aree ed appalto conferendo alla Stazione Appaltante (Regione Calabria) il potere di gestire l’affidamento dei lavori all’interno della procedura di gara già in atto per la realizzazione del porto con il conseguente affidamento diretto alla ditta vincitrice del precedente appalto. Che tale illegittima operazione in favore dell’aggiudicatario ha violato in modo evidente 135 e seguenti dell’allora vigente d.lgs. 163/2003 nonché degli artt. 73 e 90 della direttiva 2014/25/UE . Che Nonostante il favor mostrato dalla stazione appaltante e dalla committenza nei confronti della ditta aggiudicatrice ATI icad Diamante Blu srl, in data 26 agosto 2018 è spirato il termine ultimo per la consegna dei lavori relativi alla ristrutturazione e messa in sicurezza del molo ricovero natanti di Diamante, come previsto dall’art.5 contratto del 26/02/2016 all.3 ; Che ad oggi invece l’area è rimasta abbandonata all’incuria e alcun lavoro è stato effettuato dalla ditta aggiudicatrice dell’appalto. Che non è stata concessa alcuna proroga da parte del RUP alla ditta aggiudicatrice dell’appalto ed in ogni caso alcuna proroga può essere concessa in ragione della normativa applicabile in quanto non vi è stata alcuna interruzione dei lavori segnalata ed autorizzata dal Responsabile Unico dei Procedimento che avrebbe potuto giustificare l’estensione del termine finale di consegna, come si evince dal tenore delle note a firma Luigi Zinno (RUP) in cui più volte si è intimato alla ditta di procedere senza indugio ai lavori non essendovi alcun atto ostativo alla ripresa dei lavori.”
“Nell’esposto, si prosegue con l’elenco di una lunga serie di violazioni, che lascia perplessi tutti per il mancato intervento in un’area importante come quella del Porto, collocata all’interno di un’area con grandi interessi turistici. Per tutte queste questioni il Movimento chiede a tutti gli organi competenti ed in oggetto all’esposto che “siano disposti gli opportuni accertamenti in ordine ai fatti così come esposti dettagliatamente in narrativa, e che vengano prese le misure idonee a garantire il diritto dei cittadini alla liberazione ed al ripristino ambientale dell’area. Alla luce dei fatti evidenziati che siano valutati eventuali profili d’illiceità penale degli stessi e, nel caso, individuare i possibili soggetti responsabili al fine di procedere nei loro confronti.”