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Una bella storia di integrazione. Tre giovani immigrati aprono un pastificio in provincia di Cosenza 0

19/04/23 DA MANGONE  (CS) UNA BELLA STORIA DI INTEGRAZIONE.  TRE GIOVANI INMIGRATI APRONO UN PASTIFICIO


Una bella storia di integrazione arriva proprio dalla Calabria. A Mangone in provincia di Cosenza, tre giovani immigrati fondano una nuova azienda dove produrranno pasta fresca e ostie artigianali.

La scommessa di due giovani senegalesi e di un ivoriano: sono arrivati quattro anni fa su un barcone. Oggi hanno fondato una cooperativa e un pastificio. L’inaugurazione della nuova sede a Piano Lago – Mangone, in provincia di Cosenza. La nuova azienda è stata sostenuta nella fase di start up dalla Fondazione con il Sud tramite il progetto “Fare sistema oltre l’accoglienza”.

Sadia Diaby, 23 anni, Adama Traore, 23 anni, entrambi del Senegal, Madi Minougouy, 22 anni, della Costa d’Avorio sono arrivati in Italia 5 anni fa, a bordo dei barconi. Come tanti sono stati ospiti nei centri di accoglienza e hanno utilizzato questo tempo per imparare la lingua e imparare un mestiere.

A Mangone, nella frazione di Piano Lago (– via Strada provinciale 245 SNC), è nata la loro azienda e loro stessi vi lavorano. Due anni fa, il 15 aprile 2021, hanno costituito una cooperativa di produzione e lavoro: si chiama S.A.M. Il nome è l’acronimo dei tre soci fondatori: Sadia, Adama e e Madi. Il Presidente della nuova cooperativa è Adama, il vice è Madi. Il pastificio S.A.M. sarà inaugurato il prossimo 22 aprile, alle ore 18. Sadia, Adama e Madi taglieranno insieme il nastro inaugurale. Con loro ci saranno anche le autorità dell’area di Cosenza.

Dopo quattro anni dal loro arrivo in Italia, si corona un sogno. Erano dei ragazzi appena adolescenti costretti a lasciare il loro paese per costruirsi un futuro. Ora sono dei giovani uomini che avviano il percorso di una vita. I tre giovani sono stati ospiti per due anni del Sistema di Accoglienza e Integrazione (SAI) di Rogliano “Casa Ismaele”, gestito dalle Coop. Fo.Co. e Mi.Fa. e da AFN. Sadia ed Adama abitano a “Casa Nico”, esperienza promossa dall”ufficio Migrantes di Cosenza all’interno dell’iniziativa “Allarga lo spazio della tua tenda”. Per loro, a conclusione del percorso, si è aperta una possibilità occupazionale.

Il progetto “Fare Sistema Oltre l’Accoglienza”, che si occupa dell’integrazione socio-economica dei giovani migranti, ha dato loro la possibilità di creare un’azienda. Sadia, Adama e Madi hanno frequentato un corso come “maestri pastai”, con laboratori e tirocinio. Si sono preparati per il loro nuovo lavoro. Il progetto “Fare Sistema oltre l’Accoglienza” li ha accompagnati nell’avvio del nuovo percorso occupazionale, supportandoli nella fase di start up. In questo modo, i tre giovani sono riusciti a coronare il loro sogno: diventare imprenditori, lavorare in prima persona, creare lavoro anche per gli altri e generare ricchezza sociale ed economica.

Produrranno della pasta fresca e l’avvio dell’attività ha già fatto registrare segnali positivi. I primi clienti sono arrivati, alcuni ristorati ed alcuni negozi della catena alimentare hanno scelto di acquistare il loro prodotto, oltre ai privati che già apprezzano il prodotto. Producono anche delle ostie per la celebrazione della messa con il brand “PARTICULA – pane per la messa”, che vengono acquistate dalle parrocchie e dagli enti di culto. Un particolare non da poco: le ostie saranno prodotte da tre giovani musulmani.

«Quando sono arrivato in Italia non sapevo cosa avrei potuto fare – racconta Adama Traore – ma avevo il desiderio forte di vivere qui e di lavorare. Nel centro di accoglienza di Rogliano ho studiato e ho imparato la lingua, ma ho avuto anche la possibilità di frequentare dei corsi, di imparare un mestiere. Ho scelto di imparare il mestiere di pastaio. A Rogliano ho conosciuto Madia e Sadia. Con loro l’intesa è stata immediata. Sapevamo tutti che volevamo costruire un futuro e che, per farlo, dovevamo rimboccarci le maniche, lavorare sodo.

Abbiamo coltivato a lungo questo sogno, abbiamo superato anche delle difficoltà. Giungere all’inaugurazione per noi significa condividere con gli amici questo sogno, testimoniare a tutti che una vita nuova è possibile anche per chi è costretto a fuggire dal proprio paese. Oggi condividiamo questa gioia anche con le nostre famiglie in Costa d’Avorio e Senegal: loro sono felici di sapere che l’Italia ci ha aperto le porte e ci ha dato la possibilità di costruire qui il nostro futuro».

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